NOVEMBRE


Copertina di Lorenza Boisi


COMPONIMENTI DI SILVIO RAFFO





L'ENFANT ENCHANTE'

Vegliavano un'infanzia trasognata
care voci di donne sulla sera
(confuse nel ricordo) - una chimera
la luna in buie coltri imprigionata.

Il concerto dei grilli celebrava
l'incantesimo immemore, due fate
mi narravano favole stregate,
di arcani mondi l'anima inventava
le vaghe forme, le sembianze alate



Lorenza Boisi

Lorenza Boisi

Lorenza Boisi


L'IMMOBILE REAME
(dittico)
1.
Etereo fuoco il tuo, gelide brame
che logorano l'anima ed il cuore.
domina nel tuo immobile reame
Ia legge dell'assenza, il disamore.

2.

Forse il Dio di Spinoza ti governa
e il tuo amore è l'amore intransitivo.
In te conchiuso resti, non sei vivo

se non nel solco di una spirale eterna.



Lorenza Boisi

Giulio Saverio Rossi

Alessia Armeni
Alberto Montorfano

Trittico del veggente
I.
Mi stupisco di essere ancor vivo


-sul ciglio dell’abisso come tanti –

in attesa di incontri interessanti,

di un riconoscimento, di un furtivo

abbraccio, una smentita della sorte –

illuso di sconfiggere la morte.


II.
Ma quel che doveva accadere


di bello e di orrendo, è accaduto:

sali al tuo belvedere,

si dissolverà in un minuto





III.
Tutt’a un tratto la vidi arsa, svanita –


fino a un attimo prima sorridente,

di sé sicura, la mia dolce vita

in nuvola di fumo evanescente:

sarà così l’estrema dipartita –

un lampo breve, un’ombra, poi più niente



Giovanni Frangi

Lorenza Boisi

Ruggero Savinio



Mio padre parlava del più e del meno mentre dipingeva o disegnava, anche di cose futili e sdrammatizzanti. Quando vedeva i miei lavori mi lodava e li stimava. È chiaro che la gratificazione per la stima era grande. Amavo disegnare figure con teste d’animali: mio padre li guardava con attenzione e mi diceva che avevo talento. Quando invece scriveva e componeva musica, la sua concentrazione era tale da non poter essere violata con domande. Avvertivo i passaggi e rispettavo quell’interiorizzazione che non può patire disturbi di rumore.


Franco Patruno, Savinio figlio parla della sua pittura e di quella del padre, (cfr: blog, artsenzaconfini).




Elisa Filomena



Lorenzo Di Lucido


Chiara Enzo



Abandoned
Non ci fu una Bellezza sovrumana


né un dio che avesse a cuore questi eventi.

Combattemmo da soli. Una lontana

luna guidava i rari mutamenti

del cammino segnato. Stelle oscure


ammiccavano. Futili avventure

ci toccarono sempre, e indelibato

restò il gustoso frutto del peccato.



Lorenza Boisi

Giovanni Blanco

Angelo Bellobono

Enrico Tealdi




IDENTIKIT
Non sono mai stato un ragazzo
né un uomo maturo né un vecchio:
sono forse il liocorno dell’arazzo,
l’immagine irreale nello specchio




Lorenza Boisi


Pascal Gadaleta


Marta Mancini


[...] per quanto l'ideale di Giotto mi appaia come stella fissa sulla coscienza e l'illumina, purtuttavia il mio ideale è assai diverso e più unitario di quello di Giotto. Io comprendo la pittura di Giotto, perché il mio ideale pitturale contiene quella pittura. Se così dicendo, ti parrà che io non lodo Giotto come conviene, ti dirò ch'io lodo a modo mio e non alla maniera d'altri.

C. Carrà, Parlata su Giotto, in «La Voce», 31 marzo 1916, ora in Tutti gli scritti, cit., p. 73.



Maurizio Bongiovanni



 Drawings disegno
Giulio Catelli
Umberto Chiodi



Klaus Karl Mehrkens



Poi ci sono le balene nel Prodromo del vecchio scozzese Sibbald, e la balena di Giona come è disegnata nelle stampe delle vecchie Bibbie e nelle incisioni dei vecchi libri di preghiere. Che ne possiamo dire? Quanto alla balena del legatore di libri, avviticchiata come un tralcio attorno al fuso di un'ancora calante, com'è stampata e dorata sui dorsi e sui frontespizi di tanti libri vecchi e nuovi, questa è una creatura molto pittoresca ma puramente fantastica, imitata credo dalle figure simili sui vasi antichi. 

Herman Melville, Moby Dick, Garzanti 1966



Silvia Argiolas


Lorenza Boisi



Elena von Hessen


Francesco Lauretta


Filippo La Vaccara



Luigi Puxeddu


Alessandro Finocchiaro


La cena era pronta. Ecco la minestra. Era un semplice brodo di carne. Niente che stimolasse la fantasia. Attraverso il liquido trasparente si sarebbe potuto vedere qualsiasi disegno ci fosse stato sul piatto. Ma non c'era alcun disegno. Il piatto era bianco.


Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé, traduzione e cura di Graziella Mistrulli, ed. Guaraldi 1995 p.36

Simone Stuto

Mattia Barbieri


Beatrice Meoni


Ettore Pinelli


Enrico Mitrovich

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