MAGGIO

Opere su Carta ed altro accompagnate in maniera casuale da testi di autori vari selezionati da artisti e dagli scritti di un autore contemporaneo, ospite del mese -


Copertina di Luca De Angelis







La primavera definì se stessa: il presente contro il probabile
Bernard Malamud, Le vite di Dubin


Componimenti di Maria Clelia Cardona


La cornacchia d’alta montagna

Rinunciando ai colori cercava
i venti gelati per i neri
arcuati voli: la roccia
ha il volto devastato di chi lotta
con l’angelo.
In durezza si compie il pallore
la lenta erosione di chi si ostina
alla grandezza.






Elena Arzuffi



Lei che ha pupilla maligna, disamorato
becco, piumaggio da accattona
se canta chiude la vocale in un cartoccio
di grossa trama.
Oh, nuvole, testimoni impotenti
a creare un mito di quelle ali
che falciano il vento metafisiche
e lente come ombre di un invisibile
ardore.





Matteo Fato





La fuga del parrocchetto
Te ne sei andato, alla fine, il varco
lo hai trovato, hai preso il volo –
perché sempre si fugge, prima o poi –perché la vita è l’arte della fuga,
il buio regno di una ignota
necessità che ci spinge.
Oltre la gabbia il cielo e la troppa città –
dove hai portato il minuscolo, lucente verde di te
sfida alla dismisura dei dieci piani?
Una scaglia di me, enigma
nei tuoi occhi, come viatico a dirti
incerto di sé l’amore che imprigiona.





Giulia Cotterli



Essere poeta significa: essere in balia della propria impotenza. 
G. Agamben





Zuzana Pernicova



Lotte di toni, equilibri perduti, principi che cadono, inattesi colpi di tamburo, grandi domande, aspirazioni apparentemente insensate, impulso, nostalgia e desiderio in apparenza lacerati, catene e vincoli distrutti che uniscono opposti e contraddizioni: questa è la nostra armonia.

Kandinskij


Jacopo Casadei



Arsenio

A primavera la rossetta Bibì Cuorinfranto
si innamorò di Arsenio
Mascheranera.
Giovani pretendenti al trono tettarolo
nella corte dei gatti del cortile.
Lei discreta e gentile, delicata,
lui malandro e furtivo della razza
di chi si lascia amare.
Dormivano accodati beati, ma una notte
d’aprile fra loro s’infilò la gatta Lica,
femmina licaona risoluta –
decisa a essere la compagna alfa del capo.
Non fu nemmeno guerra. Poche
soffiate e unghiate ben assestate
cacciarono nel buio e nell’oblio
l’indifesa Bibì.
Arsenio dormiva. Lasciò fare.



Renzo Marasca


Ho tracciato un segno su carta fine sentendone la fragilità, mentre la mano, muovendosi nello spazio dipinto, ha portato con sé tutta la memoria di un gesto. 
Renzo Marasca






Alessandro Scarabello





Enrico Tealdi






Intermundia

Il tuo musetto rosso, Scintilla, appare ancora
in ogni ombra, a ogni soffio di vento,
perché così silenziosa disparivi
come fanno gli dei nella mente umana.
Avevi i tuoi intermundia nella casa.
Inutile chiamare, implorare.




Francesco Lauretta


Ma riapparivi – eri tu? – con gli occhi
di chi conosce l’ignoto e ti compiange.
Eri di quando i luciferi portavano la luce
insieme agli angeli.



Danilo Sciorilli


L'infedele zoppica, gli idoli lo disprezzano mentre si esalta, dall'aspetto si mostra idolatra... la mente... con lo sforzo

Giotto, Cappella della Scrovegni




Marco Useli





Elisa Filomena



Cercherò di fare in modo che il mio parlare resti aperto quanto un foglio bianco e liscio in attesa di deformarsi. Come se parlare potesse essere come disegnare, e ci traghettasse da ciò che conosciamo verso un’immagine, un luogo, un’idea che non sapevamo conoscere. Fare spazio all’incertezza. Aprire uno spazio sicuro per l’incertezza.

William Kentridge



Emanuela Rizzo






Massimiliano Fabbri






Poesie per una gatta





Percorrono un irrazionale negato bosco



fra le vicine kenzie i tuoi ciuffi di pelo



i tuoi occhi gialli che sospetto onniscienti


fino al cerchio della pupilla che cerchia

in lucido nero il concetto.



Mia un po’ amante insinuante al caldo

di reciproco abbraccio mi fissi 

e chiedi quale amore. Andando 

per esclusione quello fra i cherubini?



E poi ti strazia e trascina la smania

via da me verso corpi di violenza 

gemella, stregata anche tu dalla stretta

che ti devasta e scioglie. Oltre quel punto

la luce.



Gosia Turzeniecka




Quale stella per te, quale astro ti piove

addosso che non stai ferma, ti rotoli

strappi con i denti il giornale

mi lecchi e graffi i capelli

mia luttuosa e solitaria compagna

di delizie e sonno?


Così ci coglie impreparate il ragionare

come i primi filosofi con pochi

miti e il rischio di un inizio

che ci sopravviva.





Mario Scudeletti



Esigi la tua parte mentre mangio

che mi divida con te e un uguale

sapore ci affratelli nell’ora

più ostile in cui si escludono

i nascosti padroni delle nostre menti.


Rimane di te qualche segno inciso

dall’unghia sulla pelle rossa del divano –

un cuneiforme rinnovante fastidio

di perpetrata rovina che nessuno

all’infuori di me oserebbe chiamare

scrittura.


Ora sei una manciata di grigie scintille

una gatta pulviscolo nell’aria eternamente

irrequieta alla rara luce che penetra

nella cava cantina del ricordo .



Giulio Catelli


Lorenza Boisi



Julie Rebecca Poulain




Il colombo



E poi quel colombo grigio in volo



diagonale si fermò sul balcone 



folgorato da un dubbio –

il punto nero dell’occhio a concludere

la mobile curva interrogativa.



Nicolò Bruno


Ristretta in ciò che da me stessa mi separa



più amo chi si fa luce volo voce




per poi sparire incurante




di risposta


Luca De Angelis



A volte a fare da contraltare alla malinconia arriva un’agitazione insopportabile, un nervosismo per le immagini recenti. Sia come sia, è una situazione difficile e incerta. Penserai che ormai mi dovrei essere abituato a questo andazzo, ma non è così che funziona, giusto?

Philip Guston





Andrea Grotto




















































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