MAGGIO
Opere su Carta ed altro accompagnate in maniera casuale da testi di autori vari selezionati da artisti e dagli scritti di un autore contemporaneo, ospite del mese -
Giulia Cotterli
Zuzana Pernicova
Kandinskij
Arsenio
A primavera la rossetta Bibì Cuorinfranto
si innamorò di Arsenio
Mascheranera.
Giovani pretendenti al trono tettarolo
nella corte dei gatti del cortile.
Lei discreta e gentile, delicata,
lui malandro e furtivo della razza
di chi si lascia amare.
Dormivano accodati beati, ma una notte
d’aprile fra loro s’infilò la gatta Lica,
femmina licaona risoluta –
decisa a essere la compagna alfa del capo.
Non fu nemmeno guerra. Poche
soffiate e unghiate ben assestate
cacciarono nel buio e nell’oblio
l’indifesa Bibì.
Arsenio dormiva. Lasciò fare.
Copertina di Luca De Angelis
La primavera definì se stessa: il presente contro il probabile
Bernard Malamud, Le vite di Dubin
Rinunciando ai colori cercava
i venti gelati per i neri
arcuati voli: la roccia
ha il volto devastato di chi lotta
con l’angelo.
In durezza si compie il pallore
la lenta erosione di chi si ostina
alla grandezza.
Lei che ha pupilla maligna, disamorato
becco, piumaggio da accattona
se canta chiude la vocale in un cartoccio
di grossa trama.
Oh, nuvole, testimoni impotenti
a creare un mito di quelle ali
che falciano il vento metafisiche
e lente come ombre di un invisibile
ardore.
La fuga del parrocchetto
Te ne sei andato, alla fine, il varco
lo hai trovato, hai preso il volo –
perché sempre si fugge, prima o poi –perché la vita è l’arte della fuga,
il buio regno di una ignota
necessità che ci spinge.
Oltre la gabbia il cielo e la troppa città –
dove hai portato il minuscolo, lucente verde di te
sfida alla dismisura dei dieci piani?
Una scaglia di me, enigma
nei tuoi occhi, come viatico a dirti
incerto di sé l’amore che imprigiona.
Bernard Malamud, Le vite di Dubin
Componimenti di Maria Clelia Cardona
La cornacchia d’alta montagna
Rinunciando ai colori cercava
i venti gelati per i neri
arcuati voli: la roccia
ha il volto devastato di chi lotta
con l’angelo.
In durezza si compie il pallore
la lenta erosione di chi si ostina
alla grandezza.
Elena Arzuffi
Lei che ha pupilla maligna, disamorato
becco, piumaggio da accattona
se canta chiude la vocale in un cartoccio
di grossa trama.
Oh, nuvole, testimoni impotenti
a creare un mito di quelle ali
che falciano il vento metafisiche
e lente come ombre di un invisibile
ardore.
Matteo Fato
La fuga del parrocchetto
Te ne sei andato, alla fine, il varco
lo hai trovato, hai preso il volo –
perché sempre si fugge, prima o poi –perché la vita è l’arte della fuga,
il buio regno di una ignota
necessità che ci spinge.
Oltre la gabbia il cielo e la troppa città –
dove hai portato il minuscolo, lucente verde di te
sfida alla dismisura dei dieci piani?
Una scaglia di me, enigma
nei tuoi occhi, come viatico a dirti
incerto di sé l’amore che imprigiona.
Giulia Cotterli
Zuzana Pernicova
Lotte di toni, equilibri perduti, principi che cadono, inattesi colpi di tamburo, grandi domande, aspirazioni apparentemente insensate, impulso, nostalgia e desiderio in apparenza lacerati, catene e vincoli distrutti che uniscono opposti e contraddizioni: questa è la nostra armonia.
Kandinskij
Jacopo Casadei
Arsenio
A primavera la rossetta Bibì Cuorinfranto
si innamorò di Arsenio
Mascheranera.
Giovani pretendenti al trono tettarolo
nella corte dei gatti del cortile.
Lei discreta e gentile, delicata,
lui malandro e furtivo della razza
di chi si lascia amare.
Dormivano accodati beati, ma una notte
d’aprile fra loro s’infilò la gatta Lica,
femmina licaona risoluta –
decisa a essere la compagna alfa del capo.
Non fu nemmeno guerra. Poche
soffiate e unghiate ben assestate
cacciarono nel buio e nell’oblio
l’indifesa Bibì.
Arsenio dormiva. Lasciò fare.
Renzo Marasca
Ho tracciato un segno su carta fine sentendone la fragilità, mentre la mano, muovendosi nello spazio dipinto, ha portato con sé tutta la memoria di un gesto.
Intermundia
Il tuo musetto rosso, Scintilla, appare ancora
in ogni ombra, a ogni soffio di vento,
perché così silenziosa disparivi
come fanno gli dei nella mente umana.
Avevi i tuoi intermundia nella casa.
Ma riapparivi – eri tu? – con gli occhi
di chi conosce l’ignoto e ti compiange.
Eri di quando i luciferi portavano la luce
insieme agli angeli.
Danilo Sciorilli
L'infedele zoppica, gli idoli lo disprezzano mentre si esalta, dall'aspetto si mostra idolatra... la mente... con lo sforzo
Giotto, Cappella della Scrovegni
Marco Useli
Elisa Filomena
Cercherò di fare in modo che il mio parlare resti aperto quanto un foglio bianco e liscio in attesa di deformarsi. Come se parlare potesse essere come disegnare, e ci traghettasse da ciò che conosciamo verso un’immagine, un luogo, un’idea che non sapevamo conoscere. Fare spazio all’incertezza. Aprire uno spazio sicuro per l’incertezza.
William Kentridge
Emanuela Rizzo
Massimiliano Fabbri
Poesie per una gatta
Percorrono un irrazionale negato bosco
fra le vicine kenzie i tuoi ciuffi di pelo
i tuoi occhi gialli che sospetto onniscienti
fino al cerchio della pupilla che cerchia
in lucido nero il concetto.
Mia un po’ amante insinuante al caldo
di reciproco abbraccio mi fissi
e chiedi quale amore. Andando
per esclusione quello fra i cherubini?
E poi ti strazia e trascina la smania
via da me verso corpi di violenza
gemella, stregata anche tu dalla stretta
che ti devasta e scioglie. Oltre quel punto
la luce.
Gosia Turzeniecka
Quale stella per te, quale astro ti piove
addosso che non stai ferma, ti rotoli
strappi con i denti il giornale
mi lecchi e graffi i capelli
mia luttuosa e solitaria compagna
di delizie e sonno?
Così ci coglie impreparate il ragionare
come i primi filosofi con pochi
miti e il rischio di un inizio
che ci sopravviva.
addosso che non stai ferma, ti rotoli
strappi con i denti il giornale
mi lecchi e graffi i capelli
mia luttuosa e solitaria compagna
di delizie e sonno?
Così ci coglie impreparate il ragionare
come i primi filosofi con pochi
miti e il rischio di un inizio
che ci sopravviva.
Mario Scudeletti
Esigi la tua parte mentre mangio
che mi divida con te e un uguale
sapore ci affratelli nell’ora
più ostile in cui si escludono
i nascosti padroni delle nostre menti.
Rimane di te qualche segno inciso
dall’unghia sulla pelle rossa del divano –
un cuneiforme rinnovante fastidio
di perpetrata rovina che nessuno
all’infuori di me oserebbe chiamare
scrittura.
Ora sei una manciata di grigie scintille
una gatta pulviscolo nell’aria eternamente
irrequieta alla rara luce che penetra
nella cava cantina del ricordo .
Giulio Catelli
Lorenza Boisi
Julie Rebecca Poulain
Il colombo
E poi quel colombo grigio in volo
diagonale si fermò sul balcone
folgorato da un dubbio –
il punto nero dell’occhio a concludere
la mobile curva interrogativa.
Nicolò Bruno
Ristretta in ciò che da me stessa mi separa
più amo chi si fa luce volo voce
per poi sparire incurante
di risposta
Luca De Angelis
A volte a fare da contraltare alla malinconia arriva un’agitazione insopportabile, un nervosismo per le immagini recenti. Sia come sia, è una situazione difficile e incerta. Penserai che ormai mi dovrei essere abituato a questo andazzo, ma non è così che funziona, giusto?