Ottobre


Copertina di Ruggero Savinio






Poesie e una piccola prosa di Annelisa Alleva

A Ruggero

L’uomo che con un gesto imbarazzato
preme sulle tempie il suo cappello
e dà le spalle a una figura sul prato.
Piccoli schizzi di blu sul trifoglio.
Il passo dal ritmo trionfante,
giraffa in cerca di un uscio a ellissi
che la ridisegni. Lieve ammaccatura
dell’orecchio, narici oblunghe, piccolo
neo sul ciglio dell’occhio destro, 
ciglia graduate, trucioli d’ebano le sopracciglia,
la mano: spacchi da zolla sui polpastrelli,
azzurro sotto le unghie, macchie, sui polsi
che insaponi, di cipressi, strade, bambini.
I quadri in cantina, impolverati,
del cinquantanove, firmati solo col nome:
veglia, colloquio, statua in una gola.
Chiome affumicate e famiglie raccolte
intorno a un desco con natura morta.
Dopo La Tour la linea del copricapo
si allunga in un bavero a lume di candela,
nello studio sulla salita ora abbattuto,
dove le modelle si spogliavano appena entrate. 
Roma, sessantatré, Via dei Salumi: 
una serie di Eros crepati dal tempo. 
Una ninfa addormentata a forma di gamba; 
l’altro s’alza e fugge verticale, alato. 
Il mito della Furia. Ritessi in piedi, a distanza,
la trama della tela, a pennellate,
e poi indietreggi, osservando l’effetto
con la testa inclinata ora a destra,
ora a sinistra. Con la stessa grazia
rileggi le righe dei tuoi scritti.
Stendi il giornale col pugno, lo scolli
e incolli altrove, imprimi le notizie.
Un egiziano sulla strada, fiori, cocomeri,
in piscina. Paesaggio: color covone,
verde, ciclamino. Le tue facce sfacciate
acquistano sembianze. Autoritratto
in tuta da lavoro, non si vedono
i lacci, i tacchi consunti; la cravatta
di lana prosegue la linea aggrottata 
fra gli occhi.  Tristezza vorace accesa di rosa.
Nella casa le cui fondamenta affondano nell’argilla 
sull’intonaco s’arrampicano tuoni. 
Gli ospiti strisciano il cotto per accostare i guanciali.



Ruggero Savinio





Federica Bossi



Mattia Barbieri



Fede, mia fede, mia sempiterna amica,
ti porto con fierezza antica.
Fra l’anello e l’anulare scorre l’acqua,
io ti rinnovo. Non hai nessuna pietra,
non temi la stretta; porti solo l’incisione
sghemba del suo nome e della data.
Ti porto sempre, sei la mia gioia preferita.
Con l’acqua dei figli ti lavo, insaponata.
Di farina t’incrosti, ma non ti sfilo.
Lui a me ti porse, con la prole, senza avi.


In te c’è qualcosa di duro 
e di logoro, come nei vestiti.
Le estremità delle maniche
con cui sfiori gli oggetti,
i colletti lisi intorno al collo,
dove la barba sfrega il cotone.
Io la polvere, tu la saggina
che spazza e si spezza.
Guardami: non ho capelli
bianchi, denti guasti,
niente mi fa male, non porto
occhiali. Tu calchi il berretto
sui punti radi della testa.
Rispetto, chi per la giovinezza,


chi per la vecchiezza pretende.





Marco Pace

Stefano de Paolis


È la più profonda tra tutte le attività, quella del disegno, e la più impegnativa. (...) Quasi ogni artista sa disegnare, quando ha fatto una scoperta. Ma disegnare per scoprire, questo è il processo divino, questo equivale a trovare insieme effetto e causa. La potenza del colore è niente in confronto alla potenza della linea; la linea che non esiste in natura ma che può esporre e dimostrare il tangibile con maggiore acutezza dell'occhio medesimo di fronte all'oggetto reale. Disegnare significa toccare con mano, avere la prova che voleva Tommaso.

John Berger



Giovanni Frangi



Giuseppe Costa



Ruggero Savinio



Copie d’imperatori romani si alternano 
lungo i Fori a uomini in carne ed ossa
su finti piedistalli di bronzo, monocolori,
che sfoderano la spada con fare lento.
Tu protesti perché io mi adegui al tuo passo,
e così mi copro anch’io di bronzo brunito,
a ricreare quell’equilibrio fra maschera e mito.





Danilo Sciorilli

Alex Urso



Sono il tuo bastone.
Ti appoggi con la mano
dentro l’anello vuoto del mio gomito.
Tu mi rendi dritto.






Ruggero Savinio


In generale, il quadro è l'apparizione di un'apparenza.
Marcel Duchamp



Giusy Pirrotta


Matteo Fato




Claudio Zorzi



Io medito
mentre camminiamo
piano piano.
I semafori sono
ragazzi veloci,
imprendibili.
Col giallo ci fanno
maramao.
Ho un po’ freddo.
È rotto l’equilibrio
che regolo da solo
col mio passo libero.
Siamo alla mercé
di spifferi e mendicanti.




Luca De Angelis



Marco Bacoli



Filippo La Vaccara


Gabriele Picco



Marta Mancini


Ruggero Savinio



Tu sei leggero
quando ti sforzi per
andare avanti.
Pioviggina.
Mi racconti le novità
lette sul giornale.
Sei permeabile agli eventi,
mio filtro con il mondo.
Ti fermi per soffiarti il naso
col grande fazzoletto
che porti sempre in tasca
e che all’occorrenza,
un po’ riluttante, presti.
Sopporti anche che apra
io con le mie chiavi
il portone di casa,
e sopporti i miei sbagli
con grande pazienza.
Lì è il tuo peso.




Ruggero Savinio



Giorgio Pignotti



Alessandro Scarabello




Osservazioni

         «Ha una camminata dolce», osserva il portiere di Passeggiata di Ripetta, mentre lo osserva avanzare in attesa che entri per richiudersi appresso il portone.
         Avanza con le gambe e la schiena un po’ incurvate, la testa protesa proporzionalmente in avanti.
         A volte si arrabbia, dice che ha sempre la sensazione d’inseguirmi, perché io non osservo il suo ritmo.
         Arrivo al treno a porte aperte, ma quando lui compare, a scala mobile conclusa, si richiudono.
         Aspettiamo insieme il treno successivo, che arriva due minuti dopo. Lo annuncia la scritta a pallini luminosi gialli.
         «Sì, una camminata dolce», replico al portiere che si sporge dal portone.






Ruggero Savinio


Francesco Lauretta





Alberto Montorfano




Luigi Puxeddu





Ruggero Savinio

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